Grotta fonte di San Bernardino

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All’interno delle pertinenze del Convento dei Francescani vi è  una sorgente, conosciuta come la fonte di S. Bernardino, che, secondo la tradizione, ha dissetato gli abitanti di Maiori in occasione delle più gravi calamità La piccola grotta, interamente occupata da una profonda vasca per la raccolta dell’acqua, risulta in parte naturale e in parte regolarizzata e chiusa superiormente da muri. In origine la cavità, in cui l’acqua proviene da una spaccatura dello stato roccioso pavimentale della cavità stessa, era costituita da una non profonda struttura naturale, per lo più infossata che fungeva da bacino di raccolta. Nel momento in cui si volle utilizzare l’acqua che, a detta delle testimonianze sgorga abbondante in ogni periodo dell’anno, si costruì la parete laterale destra, la copertura e si inglobò la sorgente in una piccola cappella chiusa da una finestra quadrata che permette la vista della vasca interna preceduta da una porta che immette in un piccolo spazio rettangolare antistante la sorgente stessa. Da questo spazio si dipartono, sulla destra, due rampe di scale che immettono in un ampio limoneto. La porta di accesso all’area antistante la sorgente è sormontata da una nicchia in cui era conservata una statua di S. Antonio di Padova.
L’acqua proveniente dalla sorgente, un volta perfettamente pura, viene fatta passare in un pozzetto di decantazione costruito a sinistra dell’ingresso all’area e di lì immessa in una cisterna costruita sottoposta al viale di accesso alla sorgente. Dalla cisterna l’acqua veniva immessa in una condotta e portata fino alla fontana ad un livello inferiore, all’esterno del complesso monastico,dove gli abitanti del luogo potevano farne scorta.
L’abbondanza dell’acqua è da ricollegare alla situazione idrogeologica dell’area, considerato che anche nella vicina Grotta dell’Annunziata un laghetto interno occupa la parte più interna della cavità.

Maiori_Grotta_fonte_di_S_Bernardino.pdf

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