Il sito, citato già dal Camera nel 1876, versa in pessime condizioni da ricollegarsi ad atti di vandalismo che continuano nel tempo. La struttura muraria sopravvissuta, un tempo sicuramente più articolata , tende a regolarizzare l’ambiente naturale piuttosto articolato. A destra si nota la parte bassa di un arco, che doveva costituire l’ingresso, seguito da un’abside e da piccoli resti di muratura che farebbero pensare ad un altare. Interessante il ciclo pittorico che doveva decorare l’intera cappella: a destra in alto i resti di un affresco rappresentante la Vergine, in basso doveva esistere un trittico, costituito da un santo su fondo azzurro e la veste rossa, i resti di una testa di un bambino e sulla destra quello che doveva riprodurre un trono. Nell’abside è riprodotto il Salvatore, di cui sopravvive parte della mano benedicente. Procedendo verso sinistra si notano i resti due scene separate da una fascia gialla; in quella superiore si nota un santo con tunica arancione, con calzari e seduto su un trono da vescovo. Al santo manca la testa.
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