Il travo di fuoco

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Un’antica tradizione della Costa consiste nel cosiddetto “travo di fuoco”. Il travo altro non è che un grosso palo di legno che, secondo questa credenza locale, scendeva magicamente a mare, percorrendo i fiumi, il giorno di S. Giovanni Battista. Il palo era però acceso di un fuoco magico, capace di riscaldare le acque del mare sì da poter dare avvio alla stagione balneare.

Non era una semplice credenza del popolo: la data del 24 giugno, la festa di S. Giovanni Battista appunto, rappresentava un momento importante per tutti e anche per le attività economiche legate alla balneazione.

Ad Amalfi c’era una vera e propria gara tra i due stabilimenti storici, quello della Marina grande e quello del Porto, a chi il 24 giugno mattina avesse già apprestato tutte le strutture per permettere alla clientela di fruire del primo giorno di mare.

La tradizione è stata così radicata per decenni nella mentalità popolare, che nessuno osava fare bagni prima della data fatidica e chi lo faceva si assumeva personalmente il rischio di un brutto raffreddore.

Cercare la spiegazione di un mito tanto famoso e allo stesso tempo tanto diffuso nella Costa risulta difficile, anche se un motivo può essere intuito.

La religiosità popolare preferisce ricollegare ad eventi e personalità religiose anche fatti propri del ciclo  naturale: il 22 giugno ricorre il solstizio d’estate, quando il sole comincia ad abbassarsi sull’orizzonte, quindi nella religiosità di tutti i tempi (soprattutto del Nord Europa) è nella notte che precede la solennità di S. Giovanni che avviene lo scontro tra la luce e le tenebre.

In molti luoghi, anche all’estero, si accendono falò sulle colline affinché insieme alle tenebre possano andar via anche le forze del male: il fuoco stesso riveste un ruolo fondamentale nei festeggiamenti di questo santo, non per motivi propriamente legati al santo, ma perché già in tempi pagani era il solstizio a rispondere a questa istanza antropologica.

In Costiera Amalfitana il fuoco investe ciò che è considerato più vicino alla propria natura, cioè il mare.

VEDERE, VISITARE, TROVARE: è possibile venire a conoscenza delle leggende solo chiedendo agli abitanti del posto.

OPPORTUNITA’: ad opera degli enti turistici locali potrebbe pubblicarsi un opuscolo nel quale raccogliere tutti i miti e le leggende della Costiera amalfitana. Simile patrimonio, prettamente immateriale, per essere compreso dai visitatori necessita di un’interpretazione e di una presentazione particolarmente attente ed accurate. 

BIBLIOGRAFIA: assente. 

Fonte: http://www.ginevra2000.it/Fiori_Leggende/Giugno.htm

 

un’antica tradizione della Costa consiste nel cosiddetto “travo di fuoco”. Il travo altro non è che un grosso palo di legno che, secondo questa credenza locale, scendeva magicamente a mare, percorrendo i fiumi, il giorno di S. Giovanni Battista. Il palo era però acceso di un fuoco magico, capace di riscaldare le acque del mare sì da poter dare avvio alla stagione balneare.

Non era una semplice credenza del popolo: la data del 24 giugno, la festa di S. Giovanni Battista appunto, rappresentava un momento importante per tutti e anche per le attività economiche legate alla balneazione.

Ad Amalfi c’era una vera e propria gara tra i due stabilimenti storici, quello della Marina grande e quello del Porto, a chi il 24 giugno mattina avesse già apprestato tutte le strutture per permettere alla clientela di fruire del primo giorno di mare.

La tradizione è stata così radicata per decenni nella mentalità popolare, che nessuno osava fare bagni prima della data fatidica e chi lo faceva si assumeva personalmente il rischio di un brutto raffreddore.

Cercare la spiegazione di un mito tanto famoso e allo stesso tempo tanto diffuso nella Costa risulta difficile, anche se un motivo può essere intuito.

La religiosità popolare preferisce ricollegare ad eventi e personalità religiose anche fatti propri del ciclo naturale: il 22 giugno ricorre il solstizio d’estate, quando il sole comincia ad abbassarsi sull’orizzonte, quindi nella religiosità di tutti i tempi (soprattutto del Nord Europa) è nella notte che precede la solennità di S. Giovanni che avviene lo scontro tra la luce e le tenebre.

In molti luoghi, anche all’estero, si accendono falò sulle colline affinché insieme alle tenebre possano andar via anche le forze del male: il fuoco stesso riveste un ruolo fondamentale nei festeggiamenti di questo santo, non per motivi propriamente legati al santo, ma perché già in tempi pagani era il solstizio a rispondere a questa istanza antropologica.

Sulla Costa Amalfitana il fuoco investe ciò che è considerato più vicino alla propria natura, cioè il mare.

 

MODALITA’ DELLA FRUIZIONE ATTUALE: è possibile venire a conoscenza delle leggende solo chiedendo agli abitanti del posto.

 

OPPORTUNITA’: ad opera degli enti turistici locali potrebbe pubblicarsi un opuscolo nel quale raccogliere tutti i miti e le leggende della Costiera amalfitana. Simile patrimonio, prettamente immateriale, per essere compreso dai visitatori necessita di un’interpretazione e di una presentazione particolarmente attente ed accurate.

 

RIFERIMENTI A DOCUMENTAZIONE GRAFICA E FOTOGRAFICA: non ancora acquisita.

 

BIBLIOGRAFIA: assente.

Fonte: http://www.ginevra2000.it/Fiori_Leggende/Giugno.htm

 

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