Da sempre opposta alla vicina Scala ma anche alla più forte Amalfi, Ravello deriverebbe, secondo la tradizione, il suo nome da una rivolta che i patrizi locali misero in atto contro Amalfi che non voleva partecipare alla spedizione contro Alessio Comneno, imperatore di Bisanzio, nel 1081, voluta invece dai Normanni e appoggiata dai ravellesi.
Divenuta sede vescovile indipendente da quella amalfitana sempre per volere dei Normanni nel 1086, Ravello assunse un ruolo centrale come potenza commerciale.
Spesso dovette difendersi dagli attacchi esterni e riuscì nel corso dei secoli a mantenere una certa floridezza economica anche se numerose furono le pestilenze e qualche terremoto mise a dura prova le architetture della città.
Il Medioevo ha aperto questa zona alle influenze dell’Oriente mediterraneo grazie ai commerci che Amalfi e tutte le terre del Ducato, che si estendeva da Vietri sul Mare all’isola di Capri, intrattenevano con i porti bizantini. La storia successiva ha visto l’infeudazione dell’area da parte di famiglie del patriziato italiano che hanno operato da grandi mecenati sul territorio. Il passaggio dal feudalesimo ai comuni si deve ad un grande gesto di amore per la propria terra da parte degli abitanti, che riscattarono la Costiera a peso d’oro!