I luoghi della festa

La dimensione della festa è costante nella vita degli abitanti della Costiera Amalfitana che hanno saputo legare eventi sacri e profani al momento della memoria. Quindi, del festeggiamento collettivo …

La festa è innanzitutto quella religiosa, che scandisce il tempo dei riti legati alla fede delle popolazioni: le feste dei Santi protettori, a cui dall’antichità ci si affida per scampare ai pericoli; i riti legati ai vari momenti dell’anno liturgico, che narrano di una fede secolare che ha posto le radici nella quotidianità di ognuno. Poi ci sono le feste legate ai momenti della vita sociale ed economica: quelle che celebrano i prodotti locali, quelle legate al ciclo del lavoro annuale.

Non c’è un paese della Costiera che non abbia almeno due feste in onore del proprio Santo protettore: una nel giorno in cui il Santo è ricordato nel calendario liturgico dalla Chiesa e un’altra legata ad un evento particolare di protezione. Solitamente i due momenti cadono in due stagioni dell’anno diverse: una festa in inverno con cortei processionali che si svolgono poco prima del pranzo e una in estate che prevede un maggior numero di giorni di festeggiamenti. La doppia ricorrenza ha solide basi logistiche: se la data estiva non è legata ad un evento particolare di un miracolo o al calendario liturgico, la duplicazione viene spiegata con la grande devozione per il loro protettore che hanno gli abitanti del posto che purtroppo sono dovuti emigrare dal paese, dove tornano solo in estate. 

Altri momenti legati alla religiosità sono quelli del periodo natalizio e pasquale. A Natale non c’è borgo costiero che non abbia il suo presepe, il suo addobbo per le vie e alcuni eventi tipici come la rappresentazione vivente degli eventi della nascita di Gesù, oppure concerti di musica natalizia. Il tutto accompagnato da degustazioni di dolci tipici o momenti di incontro conviviale.

Il periodo di Pasqua, che inizia con la Domenica delle Palme, carica di austerità ogni singolo giorno: riti particolari antichi di secoli attirano ogni anno folle di turisti, affascinati dall’autenticità di questi luoghi. 

Si passa dal dolore degli eventi che portarono alla Crocifissione di Cristo ‒ riletti in rappresentazioni sceniche che si svolgono in molti paesi tra le strade illuminate solo dalle fiaccole ‒ alla commozione della processione del Venerdì Santo, con le state di Gesù morto e della Madonna Addolorata, all’esplosione di gioia della Domenica di Pasqua, in cui il suono delle campane delle chiese ricorda la Resurrezione. 

Il tempo della festa però non è concluso perché il giorno dopo, il lunedì, tutti i paesi celebrano i loro Santi protettori esponendone le statue nelle chiese.

Alla fede si ricollegano anche momenti di festa che uniscono altre finalità. Pellegrinaggi in santuari posti alla sommità di montagne associano la fede alla necessità di verificare il corretto funzionamento delle strutture che permettono il lavoro nei terrazzamenti. La festa sul Monte Falerzio (nel comune di Maiori) in onore, agli inizi dell’estate, permette, ad esempio, oltre alla venerazione della Madonna Avvocata, anche di verificare la tenuta dei canali per l’approvvigionamento delle acque.

I momenti delle feste non religiose esaltano ciò che ha fatto vivere da sempre gli abitanti locali. Le alici nei paesi costieri, le castagne e il vino nei paesi collinari diventano protagonisti delle sagre che si arricchiscono di momenti culturali e occasioni che raccontano la tradizione locale.