Le valli a nord dell’abitato di Amalfi, di Minori, di Positano e di Maiori, nonché il tessuto urbano di Vietri sul Mare, sono disseminate di numerose testimonianze della antica attività proto industriale che fioriva in queste zone.

La trasformazione, infatti, del grano che arrivava qui da tutta l’Italia meridionale avveniva nei mulini che sfruttavano la forza motrice delle acque ruscellanti dai monti e utilizzavano la brezza del mare per asciugare i famosi “maccaroni”; la stessa acqua serviva anche a mettere in moto le macchine per la produzione della carta dal cotone degli stracci che venivano battuti dalle pile di legno.

Il territorio di Vietri sul Mare, invece, è puntellato dalle “faenzere”, le officine che trasformavano l’argilla in capolavori di ceramica.

All’interno di questi complessi, antenati delle moderne fabbriche ceramiche, prendevano forma non solo le ceramiche di uso comune ma soprattutto le “langelle”, i contenitori che servivano al trasporto anche via mare dei prodotti locali, dal vino alla farina.

La porta del percorso Amalfi permette anche l’interscambio con altri percorsi tematici e offre anche la possibilità di visitare non solo le strutture delle antiche cartiere, ormai abbandonate, ma anche di vedere ancora una struttura in funzione e tutti i processi della lavorazione al Museo della Carta.

Per la visita delle cartiere, che si trovano tutte lungo il corso del torrente Canneto o Chiarito, conviene recarsi in località Pontone a Scala e percorrere la Valle delle Ferriere. Le faenzere di Vietri sono invece rintracciabili all’interno dell’abitato (si veda la carta allegata al testo sull’Archeologia industriale).