Grotte, abitate e non

Le grotte frequentate in età preistorica sono attestate soprattutto nella zona di Positano e la loro scoperta, avvenuta a metà del secolo scorso, ha arricchito la storia locale di notizie su un periodostorico poco conosciuto.
Diffuse su tutta l’area, invece, quelle legate al fenomeno dell’eremitismo in Costiera, generato dall’iconoclastia orientale di Leone III Isaurico. Il divieto di venerare le immagini di santi e patriarchi spinse numerosi monaci a trasferirsi in Italia meridionale in cerca di un sicuro riparo per le sacre icone. In Costiera tale fenomeno fu, una delle cause della vita eremitica nelle grotte. Queste subirono più o meno complessi interventi di adattamento dell’ambiente, dalla semplice regolarizzazione del pavimento fino alla costruzione di vasche per la raccolta delle acque o alla decorazione pittorica delle pareti. In alcuni casi la vita eremitica evolse fino a diventare un cenobio, determinando la costruzione intorno a queste cavità di vere e proprie strutture architettoniche (vd. Abbazia di S. Maria dell’Olearia a Maiori).
Anche quando le grotte servivano ad accogliere pastori ed animali venivano più o meno regolarizzate all’interno, oppure protette dall’ambiente esterno (numerose sono le grotte il cui vano naturale di accesso è ristretto da un muro in opera incerta).
Ma molte altre cavità sono semplicemente testimonianza di fenomeni geologici che durante milioni di anni hanno agito determinando conformazioni particolarmente affascinanti. La famosa Grotta dello Smeraldo, ad Amalfi, è un esempio di cavità in parte subacquea dove la luce del sole, filtrata attraverso un sifone sommerso, si unisce al colore del mare e alle formazioni geologiche, creando uno spettacolo unico. La cosiddetta Grotta del Dragone, nel territorio di Scala, ancora poco conosciuta ai non esperti, invece, è un’interessante testimonianza di carsismo in Costiera, arricchita dall’ingrottamento di parte delle acque del torrente Dragone.

Grotta del SS. Salvatore
Il sito, citato già dal Camera nel 1876, versa in pessime condizioni da ricollegarsi ad atti di vandalismo che continuano

Grotta Monte Aureo
L’area che coincide con la parte sommitale del Monte Aureo, comprendente la torre detta dello Ziro, rappresenta un’interessante attestazione della

Grotta presso i lavatoi del Seggio
Il sito si posiziona sulla scala che dalla frazione di S. Pietro conduceva al greto del torrente Dragone, dove erano

Cisterna sul Dragone
La struttura si trova nella parte sottostante un terrazzamento ed è immediatamente all’interno delle antiche mura della città. Il sito

Cisterna a Favara
La cavità, quasi alla stessa quota della grotta denominata “Favara 1”, presenta una zona di accesso con opere di regolarizzazione

Casa presso la Grotta Dragone
Nell’area immediatamente a monte della grotta, denominata del Torrente Dragone, area caratterizzata da altre cavità più o meno profonde, riconducibili

Casa in grotta a Favara
La struttura sfrutta una cavità naturale abbastanza profonda di cui sono stati regolarizzati le pareti e l’apertura all’esterno. Si configura,

S.Barbara alla grotte
Il sito denominato “S. Barbara alle grotte” presenta caratteri geomorfologici tipici delle pareti rocciosi della Costa d’Amalfi, ricollegabili alla natura

Chiesa di Sant’Angelo all’Ospedale
La chiesa, annessa ad un’antica struttura di sosta per i pellegrini ora del tutto scomparsa, si trova a metà strada