La torta di Santa Rosa fu creata dalle suore del monastero di Santa Rosa a Conca dei Marini intorno ai primi anni del Settecento in un giorno in cui con cadenza quindicinale erano solite preparare il pane occorrente ai bisogni del monastero. In una di tali occasioni la monaca cuoca disponeva di maggiori quantità di quelle di cui in realtà necessitava di semola cotta nel latte e dolcificata (che ella era solita preparare per le consorelle anziane o ammalate) e quindi decise di condirla con frutta secca (albicocche, pere, susine) dopo averla rigenerata nel profumato liquore al limone. L’impasto così ottenuto fu deposto su di una pettola (sfoglia di pasta) che le monache avevano utilizzato per preparare il pane e dalla quale avevano fatto assorbire strutto, zucchero ed un po’ di vino vecchio bianco, fino a ricavarne una friabile pasta frolla. Una seconda pettola delle stesse dimensioni della prima servì a ricoprire la crema di semola. La massa ottenuta fu modellata con le mani fino a dare la caratteristica forma del cappuccio monacale e fu posta sulla pala di legno e cotta al forno. Nel tempo a tale dolce sono state apportate delle piccole modifiche nelle quantità, nella forma e la frutta secca del ripieno è stata sostituita con i canditi; tali modifiche hanno portato alla moderna “sfogliatella”, che continua a chiamarsi Santa Rosa. Fino a qualche anno fa vi era addirittura la Sagra della sfogliatella, in occasione della quale era possibile degustarla, poi purtroppo è stata sospesa per mancanza di fondi.
VEDERE, VISITARE, TROVARE: è possibile degustarla nelle pasticcerie della Costiera amalfitana.
OPPORTUNITA’: prendere accordi con una pasticceria locale per mostrare le modalità di preparazione della sfogliatella Santa Rosa, o inserirla nei corsi di cucina organizzati dalle agenzie locali. Ripristinare la Sagra della sfogliatella fornirebbe l’occasione non solo per dimostrazioni e degustazioni, ma anche per valorizzare la storia e l’origine di un prodotto tanto strettamente legato al centro di Conca dei Marini.
BIBLIOGRAFIA:
Ezio Falcone, La tradizione culinaria della regione amalfitana, il garum e la colatura d’alici, in Rassegna del Centro di Cultura e Storia amalfitana, 6 Dicembre 1993, Nuova Serie.
Salerno Costa d’Amalfi e Penisola Sorrentina, Itinerari srl Piacenza, Dicembre 2002.
La Costa d’Amalfi, paesaggio di borghi dipinti, iniziativa ideata da Cotur Costa d’Amalfi coordinamento turismo rurale, dicembre 2001.