La minestra maritata è un piatto molto conosciuto che nonostante l’evolversi della tradizione culinaria è riuscita a mantenere il proprio posto nel pranzo del giorno di Pasqua. Il marito di questa minestra corrisponde allo stomaco del maiale e a qualche osso, entrambi salati. Alle tavole degli atranesi, conchesi e amalfitani le verdure si sposano con “noglie e pezzente”, mentre il marito preferito dalle erbe scalesi è il gamboncello che i vecchi riuscivano a mantenere fino al 10 agosto per consumarlo unitamente al concerto d’erbe formato da scarole, verze, tornelle, cardoni e qualche rametto di tenero finocchietto. Si aspettava questa data in onore di S. Lorenzo perché corrispondeva al giorno della festa patronale. Quando il gamboncello non riusciva a superare l’inverno nella pentola delle erbe, il giorno della festa si tuffava ‘o ngenato sul quale ‘o gambonciello aveva lasciato il suo profumo. Purtroppo ormai questa tradizione è stata abbandonata.
VEDERE, VISITARE, TROVARE: la minestra maritata viene preparata solo nell’ambito dei nuclei familiari.
OPPORTUNITA’: in Costiera amalfitana vengono organizzati diversi corsi di cucina dalle agenzie del posto, sarebbe interessante inserire tra i piatti che vengono preparati con l’aiuto dei visitatori anche pietanze come la minestra maritata. Ai piatti della cucina “familiare”, specie se legati a specifiche ricorrenze e periodi dell’anno, si potrebbero dedicare dimostrazioni e degustazioni allo scopo di coinvolgere i visitatori nei ritmi e nelle usanze della cultura locale. Per la minestra maritata questo potrebbe avvenire quantomeno in occasione della festa patronale, con un’accurata spiegazione della ricetta e delle sue varianti.
BIBLIOGRAFIA:
Ezio Falcone, La tradizione culinaria della regione amalfitana, il garum e la colatura d’alici, in Rassegna del Centro di cultura e storia amalfitana, 6 Dicembre 1993, Nuova Serie.
La Costa d’Amalfi, paesaggio di borghi dipinti, iniziativa ideata da Cotur Costa d’Amalfi coordinamento turismo rurale, dicembre 2001.