Nella Valle delle Ferriere di Amalfi ma anche nella vallata del Reginna Minor di Minori è possibile ammirare numerosi resti di opifici del periodo protoindustriale. Nella Valle delle Ferriere gli edifici che è possibile vedere non sempre sono visitabili: benché in attività fino alla metà del Novecento, versano infatti in condizioni statiche non sempre buone.
La prima cartiera che si incontra è quella di proprietà Milano, a tre piani, con all’interno ancora le macchine per la produzione. Seguono più in basso i ruderi di due cartiere, quella Nolli e quella Treglia, entrambe in pessimo stato. La più imponente è quella Lucibelli, a sei piani, dove il proprietario abitava e che, essendo a ponte, presentava una capriata lignea ormai distrutta.
Proseguendo la discesa verso il centro di Amalfi si incontrano altre cartiere: quella Marino, a ponte, con quatto piani fuori terra; quella Amatruda (già sulla rotabile del centro storico di Amalfi) ancora in funzione e che è possibile visitare; quella Gonfalone, in buono stato di conservazione; all’altezza dell’Arco della Faenza quella Dipino con annesso spanditoio, in discreto stato di conservazione; quella Milano che ospita il Museo della Carta, originariamente tutta fuori terra ed ora sottoposta per un piano alla strada, con vasche, canali e spanditoio.
Nella valle erano presenti anche una saponiera che dovette essere abbattuta nel 1980 in seguito ai danni provocati dal sisma, una ferriera inaugurata al tempo dei Borbone e rimasta in attività fino al 1800, un confettificio, una calcara, una polveriera e una centrale idroelettrica, tutte strutture attualmente allo stato di ruderi.

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