Chiesa Santa Maria a Gradillo

Santa Maria a Gradillo

COMUNE: Ravello
DENOMINAZIONE: Chiesa di S. Maria a Gradillo
DOVE STA: Piazzetta di Gradillo

DESCRIZIONE: La data di costruzione di questa chiesa appare incerta anche se le fonti storiografiche riportano che essa è anteriore a quella di S. Giovanni del toro.
L’impianto originario ha subito modifiche, alcune delle quali si leggono ancora nelle strutture, così come oggi ci appaiono.
E’ a croce latina, absidata con transetto sopraelevato, a tre navate, divise da archi a sesto acuto poggianti su colonne con capitelli di spolio, che mostrano foglie d’acanto, volute, fiori e leoni. La copertura della navata centrale è a capriata lignea a vista, mentre quella delle navate minori è costituita da volte a crociera estradossate sottolineate da nervature; il transetto, invece, è coperto nelle due zone laterali da volte a crociera con innesto evidente e molto basso, al centro da una cupola a calotta su alto tamburo, dritto e slanciato, e presenta l’inquadratura dell’abside centrale per mezzo di due colonne inserite in angolo. La quota di calpestio della chiesa originaria corrisponde a quella dove è posto un mosaico, mentre quella attuale (ricreata dopo i restauri moderni da una pedana modulare in acciaio e marmo sintetico) è da ricondurre agli interventi operati alla fine del XVIII secolo.
La cripta, ad una quota di due metri al di sotto dell’attuale piano stradale, presenta una doppia struttura: la prima, più antica e absidata, termina nel punto in cui doveva arrestarsi la chiesa originaria, cioè all’altezza dell’innesto del transetto, un secondo vano, invece, occupa tutta l’area del transetto ed ha aperture a monofora nelle tre absidi; il passaggio tra le due strutture avviene per mezzo di un’apertura nell’abside sinistra della cripta più antica.
Il materiale da costruzione è costituito da sassi marini, tenuti insieme da malta ed argilla.
Si è parlato di due strutture ed, infatti, secondo gli studiosi i resti di due pilastri e di due gradini al centro della chiesa, oltre alle due quote differenti del pavimento, fanno pensare a più fasi di una vita edilizia che è continuata fino al 1771, con un intervento, in questo caso, che trasformò la parte del transetto in cimitero.
La cupola cominciò a crollare nel 1897.
Il mosaico del pavimento più antico, in piccoli sassi grigi e bianchi, occupa tutta la navata centrale e riproduce un albero con fusto dritto e sottile da cui si allungano rami con foglie lanceolate, con pantere affrontate e motivi geometrici nelle navate laterali.
Il campanile, a tre piani sottolineati da motivi bicromi ottenuti con il tufo, termina con cella circolare e cupola. Lo stesso motivo cromatico decora gli elementi strutturali dei finestroni e due diverse quote sulle absidi.
L’altare presente nel transetto è una lastra di un sarcofago con decorazione di strigliatura e punta di freccia lungo la cornice.
Resti di affreschi sono nella lunetta interna della porta centrale (l’Annunciazione) e nella navata destra, di provenienza incerta, con la Sacra Famiglia.

VEDERE, VISITARE, TROVARE La chiesa è dolitamente aperta ovvero ci si può rivolgere al Parroco del Duomo.
DATI SULLA FRUIZIONE: Nessuno
OPPORTUNITA’: La chiesa dovrebbe essere meglio presentata anche con supporti informativi tradizionali, in quanto il mosaico pavimentale passa il più delle volte inosservato.

BIBLIOGRAFIA: FULCHIGNONI G., Ravello. Le cento chiese, Amalfi 2001.
DI GIACOMO L., S. Maria a Gradillo, in Atti della giornata di Studio per il IX Centenario della fondazione della Diocesi di Ravello, Ravello 1987.
IMPERATO G., Ravello nella storia civile e religiosa, Cava d. T. 1990
MANSI L., Ravello sacra-monumentale, Ravello 1887


“La Chiesa del Popolo”

La data di costruzione di questa chiesa appare incerta anche se le fonti storiografiche riportano che essa è anteriore a quella di S. Giovanni del Toro. Le due Chiese, molto simili tra di loro, erano destinate rispettivamente S. Maria a Gradillo alle celebrazioni per la plebe e  S. Giovanni del Toro a quelle per le famiglie nobili. L’impianto originario ha subito modifiche, alcune delle quali si leggono ancora nelle strutture, così come oggi ci appaiono. E’ a croce latina, absidata con transetto sopraelevato, a tre navate, divise da archi a sesto acuto poggianti su colonne con capitelli di spolio, che mostrano foglie d’acanto, volute, fiori e leoni. La cripta, ad una quota di due metri al di sotto dell’attuale piano stradale, presenta una doppia struttura: la prima, più antica e absidata, termina nel punto in cui doveva arrestarsi la chiesa originaria, un secondo vano, invece, occupa tutta l’area del transetto ed ha aperture a monofora nelle tre absidi. La cupola cominciò a crollare nel 1897. Il mosaico del pavimento più antico, in piccoli sassi grigi e bianchi, occupa tutta la navata centrale e riproduce un albero con fusto dritto e sottile da cui si allungano rami con foglie lanceolate, con pantere affrontate e motivi geometrici nelle navate laterali.

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