Leggende di Conca dei Marini

LE JANARE

Le “janare”, spiriti con sembianze umane, apparivano, ora non più, di notte sugli alberi d’ulivo nelle nostre colline. A quanto pare questa non rimane solo una leggenda perché molte persone, tutt’oggi, testimoniano di aver visto tali “esseri”.
Il lato puramente umano di questa storia è che gli spiriti erano in realtà donne del paese. Conca dei Marini è stato sempre un paese di marinai che restavano in navigazione per lunghi periodi di tempo. La solitudine delle donne, mista alla rigidità dei costumi del tempo, si pensa portasse alcune delle mogli di questi marinai a riunirsi, indossare lunghe camicie da notte bianche, salire sugli alberi e attendere di notte i pescatori che salivano dalla spiaggia, spaventando alcuni e attirando l’attenzione di altri che erano a conoscenza della situazione…

LOCALITA’ PENNE

Si narra che molto tempo fa nelle due chiese principali di Conca, San Pancrazio e S. Antonio vi fossero due preti, due fratelli. Al prete di S. Pancrazio furono donate dalla famiglia dei duchi Mele due statue raffiguranti S. Antonio e la Madonna del Carmine. Vedendo ciò l’altro prete chiese al fratello di dargliene una. Fu scelta la statua della Madonna e per la domenica seguente fu organizzata la processione. La domenica arrivò e, come stabilito, la Madonna fu diretta in processione verso la Chiesa di S. Antonio, ma arrivata in via Punta d’Arco il tempo mutò da bello in brutto e la statua diventò così pesante da non poterla sorreggere. Decisero così di portarla indietro nella chiesa di S. Pancrazio. L’indomani presero la statua di S. Antonio la quale, arrivata sempre in via Punta d’Arco, diventò tanto leggera da essere trasportata con facilità nell’altra chiesa. E fu così che da allora quella zona fu denominata “Penne”.

VEDERE, VISITARE, TROVARE: è possibile venire a conoscenza di queste leggende solo chiedendo agli abitanti del posto.

OPPORTUNITA’: ad opera degli enti turistici locali potrebbe pubblicarsi un opuscolo nel quale raccogliere tutti i miti e le leggende della Costiera amalfitana. Simile patrimonio, prettamente immateriale, per essere compreso dai visitatori necessita di un’interpretazione e di una presentazione particolarmente attente ed accurate. Le leggende riconducibili a luoghi specifici dovrebbero inoltre divenire parte integrante della loro presentazione (nel caso di Conca dei Marini, si pensi alle due chiese e alla località Penne).

BIBLIOGRAFIA: assente. Sono state impiegate fonti orali.

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